La posizione biblica del rapporto e dei ruoli tra uomo e donna rafforza le differenze complementari e spiega le implicazioni di tali differenze alla luce del modo in cui uomini e donne interagiscono tra loro, cioè nella maniera più soddisfacente.
Difendiamo ciò che Larry Crabb chiama “il piacere della differenza”, ossia, “la diversità e la distinzione dei sessi in funzione di ciò per cui sono stati fondamentalmente concepiti, e tenendo conto dei fattori che nella relazione producono la massima gioia ... A livello più profondo, un uomo serve una donna in modo diverso da come una donna serve un uomo”.
Siamo in sintonia con Chuck Colson quando lamenta le tendenze distruttive della fusione dei sessi nella nostra cultura. Siamo d’accordo con lui quando dice: “Dio ha creato due tipi distinti di persone: maschio e femmina, maschile e femminile, con ruoli e capacità diverse ai fini della moltiplicazione e del sostentamento della razza umana”. Siamo d’accordo sul fatto che “si aggredisce una verità fondamentale della creazione” quando una giornalista donna chiede di aver accesso a uno spogliatoio maschile, quando uomini omosessuali adottano bambini e usano reggiseni per allattamento surrogato, quando le guardie carcerarie femminili fanno perquisizioni corporali sui detenuti maschi e quando le rockstar più popolari invertono ogni distinzione sessuale.
La nostra visione della mascolinità e della femminilità è plasmata dalla passione per la realtà, la bellissima realtà della differenziazione complementare che Dio ha progettato in natura, fin dall’inizio, per la nostra gioia, quando cioè ci ha creati maschi e femmine a Sua immagine e somiglianza.
Se si dovesse scegliere una parola per descrivere la nostra posizione, quindi, preferiamo il termine complementarismo di genere, poiché suggerisce sia la pari dignità sia le benefiche differenze tra uomini e donne. Non ci sentiamo a nostro agio con il termine tradizionalista, poiché implica una riluttanza a lasciare che le Scritture mettano in discussione i modelli di comportamento tradizionali. Al tempo stesso, rifiutiamo il termine gerarchico, poiché enfatizza eccessivamente l’autorità strutturata e non dà minimamente conto dell’uguaglianza né della bellezza dell’interdipendenza reciproca.
Perché ritenere così importante la questione dei ruoli maschili e femminili?
L’interesse non è rivolto soltanto ai ruoli comportamentali dell’uomo e della donna, ma anche alla na-tura stessa dell’uomo e della donna. La verità biblica e la chiarezza su queste tematiche sono decisive poiché l’errore e la confusione sull’identità sessuale portano a:
Modelli matrimoniali che non rispecchiano la relazione tra Cristo e la Chiesa (Efesini 5:31, 32);
Pratiche genitoriali che non educano i ragazzi a essere uomini e le ragazze a essere donne;
Tendenze omosessuali e ai crescenti tentativi di giustificare le unioni omosessuali;
Modelli di ministerio pastorale femminile non biblici nella Chiesa che riflettono e promuovono la confusione sul vero significato di mascolinità e femminilità.
Il dono divino della complementarietà tra uomo e donna è stato esaltante fin dall’inizio (Genesi 2:23). È prezioso al di là di ogni considerazione, ma oggi è decisamente sottostimato e sta progressivamente scomparendo dal dibattito in corso nella società moderna. Crediamo che la vera posta in gioco sia il tessuto stesso della vita come Dio l’ha concepita in vista della santità del Suo popolo e nell’ottica della missione di salvezza di questo mondo sventurato.
La dichiarazione di Danvers
Già nel 1987, un gruppo di uomini e donne cristiani, profondamente preoccupati per alcune tendenze che affioravano nella società secolare, ma più specificamente nel mondo evangelico, formarono un’organizzazione chiamata Council on Biblical Manhood and Womanhood (CBMW).
Lo scopo dichiarato della nuova associazione era di “esporre gli insegnamenti della Bibbia sulle differenze complementari tra uomo e donna, creati ugualmente a immagine di Dio, poiché questi insegnamenti sono essenziali per l’ubbidienza alle Scritture e per la salute della famiglia e della chiesa”.
Per dichiarare pubblicamente le loro preoccupazioni e gli obiettivi che si erano prefissati, questi credenti di fede evangelica produssero un documento chiamato Dichiarazione di Danvers (elaborata durante una riunione della CBMW a Danvers, nel Massachusetts, nel dicembre 1987).
Ne riportiamo il testo completo:
Motivazioni
Nel nostro intento siamo stati mossi dai seguenti sviluppi contemporanei che osserviamo con profonda preoccupazione:
1. La diffusa incertezza e confusione nella nostra cultura riguardo alle differenze complementari tra mascolinità e femminilità.
2. I tragici effetti di questa confusione nel minare il tessuto del matrimonio intrecciato da Dio con i bellissimi e diversi fili della mascolinità e della femminilità.
3. La crescente promozione dell’egualitarismo femminista, con le relative distorsioni o l’abbandono della lieta armonia descritta nelle Scritture tra l’amorevole e umile conduzione spirituale dei mariti redenti e l’intelligente e volenteroso sostegno di tale guida da parte delle mogli redente.
4. L’ambivalenza diffusa riguardo ai valori della maternità, della professione casalinga e dei molti ministeri storicamente svolti dalle donne.
5. Le crescenti rivendicazioni di legittimità per relazioni sessuali che biblicamente e storicamente sono state considerate illecite o perverse, e l’aumento della rappresentazione pornografica della sessualità umana.
6. La recrudescenza degli abusi fisici ed emotivi in ambito famigliare.
7. L’emergere di ruoli per uomini e donne nella guida spirituale della Chiesa che non sono conformi all’insegnamento biblico, ma che si ritorcono contro la testimonianza biblicamente fedele.
8. La crescente prevalenza e accettazione di stranezze ermeneutiche, concepite per reinterpretare radicalmente dei contenuti apparentemente chiari dei testi biblici.
9. La conseguente minaccia all’autorità biblica, e della chiarezza delle Scritture viene messa a repentaglio e l’accessibilità del suo significato, viene circoscritta in un ristretto ambito specialistico.
10. E dietro a tutto questo, l’apparente adattamento di alcuni membri della chiesa allo spirito del tempo a scapito di un’autenticità biblica radicale e vincente che, nella forza dello Spirito Santo, può trasformare piuttosto che riflettere la nostra cultura malata.
Affermazioni
Sulla base della nostra comprensione degli insegnamenti biblici, affermiamo quanto segue:
1. Adamo ed Eva sono stati creati a immagine di Dio, uguali davanti a Dio come persone e distinti nella loro mascolinità e femminilità (cfr. Genesi 1:26, 27; 2:18).
2. Le distinzioni nei ruoli maschili e femminili sono regolate da Dio come parte dell’ordine creato e dovrebbero trovare eco in ogni cuore umano (cfr. Genesi 2:18, 21-24; I Corinzi 11:7-9; I Timoteo 2:12-14).
3. L’autorità di Adamo nel matrimonio è stata stabilita da Dio prima della caduta e non è stata il risultato del peccato (cfr. Genesi 2:16-18, 21-24; 3:1-13; I Corinzi 11:7-9).
4. La Caduta ha introdotto distorsioni nelle relazioni tra uomo e donna (cfr. Genesi 3:1-7, 12, 16).
In casa, la guida amorevole e umile del marito tende a essere sostituita dal dominio o dalla passività mentre la sottomissione intelligente e disponibile della moglie, tende a essere sostituita dall’usurpazione o dal servilismo.
Nella Chiesa, il peccato inclina gli uomini verso un amore mondano per il potere o verso l’abdicazione delle responsabilità spirituali, e induce le donne a sottrarsi alle limitazioni previste dai loro ruoli o a trascurare l’uso dei loro doni nel contesto di servizi spirituali appropriati.
5. L’Antico Testamento, così come il Nuovo, manifesta il valore e la dignità ugualmente elevati che Dio attribuisce ai ruoli dell’uomo e della donna (cfr. Genesi 1:26, 27; 2:18; Galati 3:28). Sia l’Antico sia il Nuovo Testamento affermano, inoltre, il principio della guida spirituale maschile nella famiglia e nella comunità dell’alleanza (cfr. Genesi 2:18; Efesini 5:21-33; Colosse-si 3:18, 19; I Timoteo 2:11-15).
6. La redenzione in Cristo mira a rimuovere le distorsioni introdotte dalla maledizione dovuta al peccato.
Nella famiglia, i mariti devono rinunciare a un’autorità rigida o egoistica e crescere nell’amore e nella cura delle loro mogli. Queste ultime, a loro volta, non devono resistere all’autorità dei loro mariti e sono chiamate a vivere una sottomissione volontaria e gioiosa, riconoscendo il loro ruolo di guida (cfr. Efesini 5:21-33; Colossesi 3:18, 19; Tito 2:3-5; I Pietro 3:1-7).
Nella Chiesa, la redenzione in Cristo permette a uomini e donne di partecipare in modo uguale alle benedizioni che conseguono alla salvezza. Tuttavia, alcuni ruoli di governo e di insegnamento all’interno della Chiesa sono riservati agli uomini (cfr. Galati 3:28; I Corinzi 11:2-16; I Timoteo 2:11-15).
7. Cristo rappresenta l’autorità suprema e la guida sicura tanto per gli uomini quanto per le donne in ogni aspetto della loro vita. Detto questo, nessuna forma di sottomissione terrena, domestica, religiosa o civile, ci costringe a seguire un’autorità umana nel peccato (cfr. Daniele 3:10-18; Atti 4:19, 20; 5:27-29; I Pietro 3:1, 2).
8. Sia negli uomini sia nelle donne, un forte senso della chiamata al servizio non dovrebbe mai indurci ad accantonare i criteri biblici nell’ottica di alcuni ministeri particolari (cfr. I Timoteo 2:11-15; 3:1-13; Tito 1:5-9). A tutti gli effetti, l’insegnamento biblico deve rimanere l’unica autorità per verificare il nostro discernimento soggettivo della volontà di Dio.
9. Ci rendiamo conto che metà della popolazione mondiale è al di fuori della portata dell’attività evangelistica locale. Ci sono innumerevoli persone perdute anche in quelle società che hanno ricevuto l’annuncio del vangelo. Prendiamo atto continuamente dello stress, delle miserie della malattia, della malnutrizione, dei senzatetto, dell’analfabetismo, dell’ignoranza, dell’invecchiamento, della dipendenza, del crimine, dell’incarcerazione, delle nevrosi e della solitudine. Di fronte a tutto ciò, nessun uomo o donna che senta la passione di far conoscere la grazia di Dio in parole e opere, deve vivere senza svolgere un servizio spirituale adeguato alla gloria di Cristo e per il bene di questo mondo decaduto (cfr. I Corinzi 12:5, 7-21, 28).
10. Siamo convinti che la negazione o la trascuratezza di questi principi porterà a conseguenze sempre più distruttive nelle nostre famiglie, nelle nostre chiese e nella cultura in generale.
Concediamo volentieri il permesso e incoraggiamo le persone interessate a usare, riprodurre e distribuire liberamente la Dichiarazione di Danvers.
In questo libro vengono affrontate 50 domande cruciali che riguardano la mascolinità e la femminilità secondo la Bibbia, tra cui:
• Perché soltanto gli uomini dovrebbero essere pastori e anziani della Chiesa?
• Che cosa si intende nel Nuovo Testamento per “sottomissione”?
• La Bibbia riflette uno status quo di stampo patriarcale?
Rispondendo alle obiezioni e ai dubbi sui brani biblici che delineano la complementarietà tra uomini e donne (uguaglianza nel valore ma differenza nei ruoli), Piper e Grudem presentano in modo efficace e diretto una visione biblica che si rivela vivificante e appagante sia per gli uomini sia per le donne.