1. Per adempiere un compito - Giosuè 1:6-9
Sii forte e coraggioso, perché tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri di dare loro. Solo sii forte e molto coraggioso, avendo cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha dato; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai. Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, avendo cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai. Non te l'ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché l'Eterno, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai”.
Per tre volte il Signore incarica Giosuè di essere forte e coraggioso, parole che ricordano il precedente incarico di Giosuè sotto Mosè (vedi Deuteronomio 31:6-8, 23). Giosuè avrà bisogno di forza e coraggio per accettare il suo compito (farai sì che questo popolo erediti il paese; Giosuè. 1:6); di obbedire alla Torah ("Libro della Legge"; molto probabilmente questo avrebbe incluso almeno il libro del Deuteronomio o porzioni di esso [cfr. Deuteronomio 31:26, "questa legge"]); e di resistere al terrore (Giosuè 1:9).
Più difficile di tutte sarà la responsabilità intermedia, ossia rendere le istruzioni del Signore (in ebraico Torah) parte integrante di ciò che si è e di ciò che si fa (Giosuè 1:8), meditandole costantemente per poterle eseguire (Giosuè 1,8). Così l'esortazione centrale è resa enfatica dall'aggiunta di due piccole parole: "sii forte e molto coraggioso". Date le responsabilità di guida di Giosuè, questo incarico di essere forte e coraggioso sarebbe scoraggiante se non fosse per le promesse che lo incorniciano: Io sarò con te.
Fortificato da queste rassicurazioni sulla presenza costante del Signore, Giosuè è in grado di ricevere il suo incarico con coraggio. La terminologia ebraica usata in queste rassicurazioni non ha nulla a che fare con la ricchezza o il successo mondano, ma ha tutto a che fare con il compimento della propria missione e con l'agire con acume in ogni circostanza che si presenta. Solo quando si omette di "chiedere consiglio all'Eterno" (Giosuè 9:14) tale intuizione viene meno.
2. Per rassicurarci - Isaia 41:10
Tu non temere perché io sono con te, non ti smarrire perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia.
Tu qui è il popolo nel suo insieme (chiamato "Giacobbe" in Isaia 41:8). A differenza delle nazioni terrorizzate di Isaia 41:5, il popolo di Dio ha in lui motivo di essere impavido (confronta Isaia 41:13-14). A differenza degli dèi delle nazioni, che devono essere rafforzati e assicurati (Isa 41:7), il Dio di Israele rassicura il suo popolo.
Il debole popolo di Dio viene trasformato in una forza potente per rimuovere anche gli ostacoli montuosi al suo gioioso proposito.
3. Per il combattimento spirituale - Efesini 6:10-18
Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo, poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e, dopo aver compiuto tutto il vostro dovere, restare in piedi. State dunque saldi, avendo preso la verità a cintura dei fianchi, essendovi rivestiti della corazza della giustizia e calzati i piedi della prontezza che dà l'evangelo della pace; prendendo oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio, pregando in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni sorta di preghiere e suppliche; vegliando a questo scopo con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi.
Paolo introduce l'armatura di Dio concentrandosi sulla forza che essa dà. Poiché i cristiani non possono resistere da soli contro potenze sovrumane, devono affidarsi alla forza del Signore stesso (vedi Efesini 1:19), che egli fornisce soprattutto attraverso la preghiera (Efesini 6:18).
La parola greca per armatura completa (panoplia) si riferisce all'equipaggiamento completo di un soldato armato di tutto punto, composto sia da scudi che da armi come quelle descritte in Efesini 6:14, 16-17. La descrizione di Paolo si basa principalmente su allusioni all'Antico Testamento, ma i termini utilizzati si sovrappongono bene anche all'armamento romano (in particolare i termini per il grande scudo a forma di porta e la spada corta che trafigge). Ritratti visibili di tali armi si trovano nei numerosi rilievi militari (soprattutto sui sarcofagi) in tutto l'Impero Romano. Non solo, viene esposta l'origine diabolica, riguardante "le insidie" di coloro che insegnano la falsa dottrina (Efesini 4:14; vedere anche I Giovanni 2:18, 22; I Giovanni 4:3; II Giovanni 7).
Questo elenco di sovrani, autorità e potenze cosmiche spirituali (vd. Efesini 3:10) offre uno sguardo inquietante sugli alleati del diavolo, le forze spirituali del male che sono estremamente potenti nell'esercizio dei poteri cosmici su queste tenebre presenti. Eppure la Scrittura chiarisce che la schiera dei nemici non ha nulla da invidiare al Signore, che ha "spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce".
4. Per la salvezza - Isaia 43:2, 3
Quando passerai per le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco, non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà. Poiché io sono l'Eterno, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore; io ho dato l'Egitto come tuo riscatto, l'Etiopia e Seba al tuo posto.
Tu designa l'intero popolo (Isaia 42:1). Anche quando è sottoposto alle difficoltà della cattività e dell'esilio, Dio è sempre con il suo popolo (cfr. Isaia 41:10).
Il popolo di Dio è assicurato dalla sua volontà di essere glorificato attraverso la sua salvezza.
Io do l'Egitto come riscatto... Cush e Seba. Qui Isaia gioca sull'idea di un prezzo di riscatto che a volte è veicolato da "riscattati" (Isa 42,1). Dio muoverà la storia per il bene del suo popolo. "Egitto" allude all'esodo. I più remoti Cush e Seba possono implicare che Dio si spingerà fino a qualsiasi punto e modificherà la storia di qualsiasi nazione per la salvezza del suo popolo.
5. Per ogni dettaglio della nostra vita - Matteo 10:28-31
E non temete quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna. Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.
I passeri erano abitualmente considerati le creature più piccole, e il soldo era una delle monete romane di minor valore (cfr. Matteo 5:26). Dio è sovrano anche sugli eventi più insignificanti. Se il Padre celeste esercita una costante supervisione sovrana anche su cose apparentemente insignificanti, sicuramente si prenderà cura anche dei suoi discepoli nella loro missione di proclamare la buona novella del Regno.
6. Per i momenti di oppressione - Salmo 56:3, 4
Nel giorno della paura,
io confiderò in te.
In Dio, di cui celebro la parola;
in Dio confido e non temerò;
che mi può fare il mortale?
La descrizione dei problemi e delle preghiere all'inizio del Salmo 56 si trasforma in gratitudine per il fatto che Dio ha ascoltato e agirà (come ha agito in passato).
Il cantore descrive le sue circostanze e si concentra sulla risposta giusta. La situazione di difficioltà è ben visibile nella ripetizione di attacchi e oppressioni (1-2); la risposta è visibile nella ripetizione di fiducia (3-4).
Questo permette a chi canta il salmo di impostare il proprio cuore sulla giusta risposta: quando si ha paura, questo è l'antidoto.
7. Per avere una solida fiducia - Salmo 27:1
L'Eterno è la mia luce e la mia salvezza;
di chi temerò?
L'Eterno è il baluardo della mia vita;
di chi avrò paura?
Nel cantare il Salmo 27, il popolo di Dio ha un modo di non limitarsi a esprimere la fiducia in Lui, ma di coltivare questa fiducia per la più ampia gamma di situazioni di vita impegnative. Il salmo usa diversi sinonimi per "nemici" (Salmo 27:2, 6, 11, 12), dando così l'ambientazione concreta di una persona fedele assediata da coloro che vorrebbero distruggerla con mezzi sanguinari e ingannevoli; chi riesce a fidarsi di Dio in queste circostanze può fidarsi di lui anche in altre situazioni.
I termini paura e avere paura (27:1, 3) si contrappongono a avere fiducia (27:3): il fedele deve imparare a basare la propria fiducia sulla protezione sempre presente di Dio (luce, salvezza, baluardo); si tratta di una fiducia che cresce attraverso esperienze di liberazione (27:2).
8. Per vivere come figli di Dio - Romani 8:15-17
Poiché voi non avete ricevuto lo spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, per il quale gridiamo: “Abbà! Padre!”. Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio e, se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui.
I cristiani non sono più schiavi del peccato, ma sono adottati come figli nella famiglia di Dio, come dimostra lo Spirito che grida in loro che Dio è loro padre.
Abbà è la parola aramaica per "Padre". L'uso di questo termine da parte di Paolo deriva probabilmente dal fatto che Gesù si rivolge a Dio come Abbà (Marco 14:36). La testimonianza dello Spirito dà allo spirito del cristiano la certezza di essere figlio di Dio.
9. Per affrontare ogni sofferenza - II Corinzi 4:8-12
Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi; portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo, poiché noi che viviamo, siamo sempre esposti alla morte per amor di Gesù, affinché anche la vita di Gesù sia manifestata nella nostra carne mortale. Di modo che la morte opera in noi, ma la vita in voi.
Nonostante le sue innumerevoli sofferenze come apostolo, Paolo non si perde d'animo (4:16) perché la stessa potenza che ha risuscitato Gesù dai morti gli permette di sopportare le avversità (4:7-12), rivela la potenza di Dio (4:7, 11-12) e gli garantisce che sperimenterà la risurrezione alla fine dei tempi (4:16-18).
Paolo è sempre esposto alla morte per amore di Gesù affinché la potenza della risurrezione della vita di Gesù (sperimentata nella capacità di Paolo di sopportare le avversità e nella potente diffusione del Vangelo nonostante l'opposizione) fosse resa nota nella debolezza della sua carne mortale (4:7). La sofferenza e la sopportazione di Paolo sono un esempio vivente anche per i Corinzi, perché anche loro imparino a fidarsi di Dio in mezzo alle avversità.
10. Per non tirarci indietro - II Timoteo 1:7
Poiché Dio ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, di amore e di autocontrollo.
Il termine greco per timidezza (deilia) nella letteratura extrabiblica si riferisce a chi fugge dalla battaglia e ha un forte senso peggiorativo riferito alla codardia. L'audacia, non la viltà, è un segno dello Spirito (vedi Prov. 28:1; Atti 4:31).
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Scopri il vero significato del coraggio cristiano: una forza d’animo radicata nella fiducia in Dio, che si manifesta non soltanto nell’affrontare pericoli concreti, ma anche nel vivere con fedeltà il Vangelo di fronte alle pressioni culturali e sociali.
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Il coraggio fisico, morale e spirituale viene esplorato alla luce delle Scritture, offrendo ispirazione e guida per ogni credente che desidera vivere con integrità e forza d’animo.
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