Secondo i principi esposti nel Nuovo Testamento, in particolare i Vangeli e gli Atti degli apostoli, il discepolato è il processo che permette a un credente di diventare un seguace di Gesù Cristo, imparando a vivere secondo i Suoi insegnamenti. In pratica, un discepolo non è un credente carnale, apatico e infruttuoso, ma è uno consacrato a Dio e alla Sua opera, che compie la Sua volontà in santità di vita e compie con fedeltà e affidabilità il proprio servizio cristiano verso la chiesa e verso il prossimo. Il termine greco utilizzato per "discepolo" è μαθητής (mathētēs), che significa "studente", "apprendista" o "seguace". Implica non soltanto l'apprendimento intellettuale, ma soprattutto un coinvolgimento personale e pratico nel seguire il proprio maestro grazie a una comunione intima con lui, assimilando il suo stile di vita e i suoi valori.
Alcuni elementi chiave del discepolato nel Nuovo Testamento
1. Chiamata personale. Gesù chiamò i Suoi discepoli in modo diretto e personale (Matteo 4:18-22 e rif.). Questo evidenzia che il discepolato è una risposta alla chiamata di Cristo, non un'iniziativa umana. Essere discepoli significa rispondere al comando: "Seguimi" (Matteo 9:9).
2. Seguire Cristo. Seguire Gesù non è solo un esercizio di apprendimento teorico, ma significa abbandonare la vecchia vita e camminare con Lui in novità di vita e in ogni circostanza. Comporta un impegno totale che include sacrificio, rinuncia a sé stessi e un cambiamento radicale delle proprie priorità (Matteo 16:24-26).
3. Trasformazione e somiglianza a Cristo. Lo scopo del discepolato è conformarsi all'immagine di Cristo (Romani 8:29). I discepoli non soltanto imparavano le parole di Gesù, ma osservavano anche come Egli viveva e agiva. Questa trasformazione avviene tramite la Parola di Dio (Giovanni 17:17) e l'azione dello Spirito Santo (Tito 3:5).
4. Moltiplicazione. Il discepolato include il mandato di fare altri discepoli per il Signore Gesù e non per sé stessi. Gesù comandò ai Suoi seguaci di "andare e fare discepoli tutti i popoli" (Matteo 28:19, 20), insegnando loro a osservare tutto ciò che Egli aveva comandato. Questo processo non si limita a un insegnamento superficiale, ma coinvolge un impegno a lungo termine per formare al-tri nel cammino della fede e nell’ubbidienza alla Parola di Dio.
5. Comunione. Nel Nuovo Testamento, il discepolato non è un’esperienza isolata ma si svolge all'interno della comunità dei credenti e in armonia con essa. Infatti, i credenti sono chiamati a sostenersi a vicenda (Ebrei 10:24, 25) e a crescere insieme come corpo di Cristo (Efesi-ni 4:11-16).
Alcune concezioni moderne sul discepolato: differenze e possibili distorsioni
Nell'era contemporanea, il termine "discepolato" ha subito diverse trasformazioni, spesso influenzate dalla cultura individualistica e consumistica. Ecco alcune delle differenze e possibili distorsioni rispetto al modello biblico:
1. Discepolato come programma anziché relazione. Oggi il discepolato è spesso ridotto a pro-grammi o corsi specifici. Sebbene questi strumenti possano essere utili, c'è il rischio di perdere l'a-spetto relazionale e personale che caratterizzava ogni discepolo di Gesù. Gesù camminava con i Suoi discepoli, vivendo la vita con loro, non semplicemente impartendo lezioni accademiche, ma si trattava di una vita di comunione, di apprendimento che derivava dallo stretto contatto con il proprio Maestro.
2. Mettere l’accento sulla conoscenza piuttosto che sull'ubbidienza. Secondo alcune concezioni moderne, il discepolato viene confuso con l'acquisizione di conoscenze teologiche o dottrinali. Tuttavia, nel Nuovo Testamento, il vero discepolo è colui che non soltanto ascolta, ma mette in pratica (Giacomo 1:22-25). Questo è sicuramente un elemento distintivo del vero discepolo.
3. Discepolato come opzione facoltativa. Molti cristiani vedono il discepolato come un’opzione per i più "spirituali", mentre nel Nuovo Testamento ogni credente è chiamato a essere un discepolo. Non esiste distinzione tra "cristiani comuni" e "discepoli": chiunque appartiene a Cristo è chiamato a seguirlo attivamente (Luca 14:25-27).
4. Mancanza di comunità. La cultura individualista ha indotto molti a concepire il discepolato come un percorso privato, anziché come una realtà vissuta all’interno della comunità locale. Questo è in contrasto con il modello neotestamentario, che pone l’accento sull’importanza di crescere insieme come corpo di Cristo.
5. Discepolato superficiale. Alcuni approcci moderni minimizzano il costo del discepolato, ed enfatizzano piuttosto l’aspetto utilitaristico del seguire Gesù, ignorando la chiamata al sacrificio e alla santità. Gesù, invece, fu chiaro sul fatto che seguirlo avrebbe richiesto un prezzo (Luca 14:28-33).
Ritornare al modello biblico
Per recuperare il significato autentico del discepolato, è essenziale tornare agli insegnamenti del Nuovo Testamento. Questo implica:
1. Un impegno totale verso Cristo. Ogni credente deve considerare il discepolato come una chiamata alla trasformazione continua e a un’ubbidienza radicale (II Corinzi 5:13-17).
2. Vivere in comunità. La Chiesa deve tornare a essere il contesto in cui i credenti sono formati, incoraggiati e sostenuti nel loro cammino di discepolato (Romani 12:4, 5).
3. Fare discepoli che, a loro volta, fanno discepoli. L'obiettivo del discepolato non è soltanto la crescita personale, ma la moltiplicazione. Ogni discepolo è chiamato a evangelizzare e a formare al-tri credenti nella fede (Atti 18:24-26).
4. Coltivare una relazione personale con Cristo. Il cuore del discepolato è una relazione intima e continua con Gesù, non semplicemente l'adesione a regole o pratiche religiose (Luca 6:40).
In sintesi, il discepolato biblico è un percorso di crescita, relazione e missione che coinvolge ogni aspetto della vita del credente consacrato. Recuperare questa visione significa contrapporsi a una cultura che spesso ne riduce il significato e l'applicazione, riportando il discepolato al centro dell'insegnamento di Cristo.
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