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La predicazione espositiva
Il messaggio che guida la Chiesa

Ogni domenica, in migliaia di comunità sparse per il mondo, i credenti si riuniscono per ascoltare la Parola di Dio predicata. Ma cosa significa davvero “predicare”? Come si sceglie cosa dire e come dirlo? E perché la predicazione è così centrale nella vita della chiesa?

Nel corso della storia cristiana, si sono sviluppati diversi approcci alla predicazione, ciascuno con i suoi punti di forza e le sue debolezze. Vogliamo quindi fermarci a riflettere non soltanto sul “che cosa” annunciare, ma anche sul “come” farlo. Perché la forma con cui trasmettiamo la Parola può rafforzare o indebolire il suo impatto sulla vita della chiesa.

Nel campo dell’omiletica, cioè la disciplina che studia l’arte della predicazione cristiana, si riconoscono generalmente tre principali metodi di predicazione: espositiva, tematica e testuale. Ciascuna ha un suo carattere specifico, un suo modo di guidare il popolo di Dio all’ascolto della verità.

Alcuni studiosi ne aggiungono altri o presentano delle varianti, come il metodo narrativo, biografico, induttivo… ma questi tre sono i più comuni e largamente accettati. 

1. Predicazione espositiva

È il metodo in cui il predicatore espone un testo biblico (breve o lungo), spiegandolo nel suo contesto originale, sviluppandone il messaggio principale e applicandolo alla vita del credente. La predicazione espositiva prende un brano della Scrittura – breve o lungo che sia – e lo spiega fedelmente, facendo emergere il messaggio che l’autore biblico intendeva trasmettere. 

Il predicatore parte da un testo biblico e rimane ancorato ad esso per tutto il messaggio.

Il punto principale del sermone coincide con il punto principale del testo.

Tiene conto del contesto storico, grammaticale e teologico del brano.

Può essere fatto in forma sermone singolo o come parte di una serie di predicazioni su un libro della Bibbia.

Per esempio, predicare su Efesini 2:1-10 spiegando i concetti di morte spirituale, grazia e salvezza, seguendo l’ordine logico del testo. 

In altre parole, il punto centrale del testo diventa il punto centrale del sermone. Questo approccio educa la chiesa a leggere e ad amare la Bibbia nel suo contesto, rivelando la potenza trasformatrice della Parola che, come dice Isaia, “non torna a me a vuoto” (Isaia 55:11) ed evita forme di soggettivismo e forzature interpretative.

Il predicatore, in questo caso, si mette umilmente sotto l’autorità del testo, lasciando che sia la Parola a stabilire il tema del messaggio, la sua struttura e la sua applicazione alla vita.

2. Predicazione tematica

Un metodo forse più familiare a molti è quello della predicazione tematica. In questo caso il predicatore parte da un tema – ad esempio la preghiera, la santificazione, il ritorno di Cristo… – e seleziona vari testi biblici che lo illustrano e lo approfondiscono. Questo metodo può essere molto utile in determinate circostanze, specialmente quando si vogliono affrontare argomenti rilevanti per la vita della chiesa o questioni di attualità alla luce della Scrittura. In questo caso:

Si parte da una tematica generale, poi si selezionano più testi biblici che la trattano.

È molto usata in predicazioni occasionali, conferenze, culti speciali.

Si richiede coerenza teologica nel collegare correttamente i versetti scelti.

Per esempio, predicare su “Il frutto dello Spirito” usando Galati 5:22, 23, Giovanni 15 e Romani 8.

Questo metodo omiletico permette di trattare questioni urgenti o specifiche, aiuta a formare una visione biblica coerente su argomenti fondamentali, può risultare utile in ambito didattico o apologetico.

Tuttavia, c’è un rischio: se il predicatore non è ben ancorato al testo biblico, potrebbe finire per usare i versetti come semplici “citazioni di supporto”, perdendo la forza viva e dinamica della Parola nel suo contesto originale. Inoltre, un metodo di questo genere facilita la “caccia ai versetti” che si rischia di usare fuori contesto, rimanendo superficiali nella spiegazione.

3. Predicazione testuale

Una sorta di via di mezzo tra l’approccio espositivo e quello tematico è rappresentata dalla predicazione testuale. Qui il punto di partenza è un singolo versetto o una frase significativa della Bibbia, dalla quale il predicatore sviluppa un messaggio, spesso incentrato su una verità dottrinale o una riflessione pastorale, senza approfondire tutto il contesto.

Può essere efficace per concentrare l’attenzione su un punto preciso, ma talvolta rischia di isolare il testo dal suo contesto più ampio, limitando così la ricchezza del suo significato. Questo metodo:

Parte da un testo breve, spesso un singolo versetto.

Il predicatore ne trae uno o più principi o idee centrali da presentare.

L’approccio è più sintetico e meno legato alla struttura del brano nel suo insieme.

Per esempio, predicare su II Corinzi 12:9 (la grazia di Dio che si dimostra perfetta nella debolezza) e sviluppare il messaggio su cosa significa dipendere da Dio.

Il “metodo testuale” è, indubbiamente, diretto e conciso, facilmente adattabile a contesti brevi. Può essere molto edificante e incoraggiante se ben radicato nel testo. 

Ci concentreremo soprattutto sul valore della predicazione espositiva. Non perché, come abbiamo visto, sia l’unico metodo possibile, ma perché, quando è praticata con fedeltà, essa onora la centralità della Parola di Dio nella vita della chiesa, educa i credenti a discernere la verità biblica con maggiore profondità, e forma un popolo che sa ascoltare Dio in modo sistematico e costante.

Perché dare priorità alla predicazione espositiva

La predicazione espositiva presuppone la convinzione che ciò che il Signore dice sia autorevole e rilevante per il Suo popolo. Presuppone che i credenti debbano ascoltarlo e abbiano bisogno di farlo, per evitare che le chiese siano private di ciò che Dio intende usare per modellarle a Sua immagine e somiglianza. Presuppone che il Signore voglia che la chiesa impari da entrambi i Testamenti e da ogni genere delle Scritture: Legge, Storia, Sapienza, Profezia, Vangeli ed Epistole. Un predicatore espositivo, che attinge direttamente dai libri della Bibbia e che ruota regolarmente tra i diversi Testamenti e generi delle Scritture, è come una madre che serve ai suoi figli cibo di ogni gruppo alimentare, non soltanto i loro due o tre pasti preferiti.

L’autorità di un predicatore espositivo si basa e si esprime esclusivamente attraverso le Scritture. Come fu dato ai profeti dell’Antico Testamento e agli apostoli del Nuovo Testamento non soltanto l’incarico di andare a parlare, ma anche di pronunciare un messaggio particolare, così i predicatori cristiani di oggi hanno l’autorità di parlare da parte di Dio, a condizione che pronuncino le Sue parole.

Cosa non è la predicazione espositiva

A volte le persone confondono la predicazione espositiva con lo stile di un particolare predicatore espositivo che hanno ascoltato. Ma la predicazione espositiva non è fondamentalmente una questione di stile. Come hanno osservato altri, la predicazione espositiva non riguarda tanto il modo in cui un predicatore dice ciò che dice, ma il modo in cui un predicatore decide cosa dire. È la Bibbia a determinare il contenuto della predicazione o è qualcos'altro? La predicazione espositiva non è caratterizzata da una forma o uno stile particolare, ma da un contenuto biblico.

A volte si confonde la predicazione espositiva con la lettura di un versetto e poi la predicazione su un argomento vagamente legato a quel versetto. Tuttavia, quando un predicatore esorta la chiesa su un argomento di sua scelta, usando i testi biblici solamente per sostenere il suo punto di vista, non predicherà mai più di quanto già conosce e la congregazione imparerà soltanto ciò che il predicatore sa già. La predicazione espositiva richiede qualcosa di più. Richiede una rigorosa attenzione al contesto di un passaggio, perché mira a fare del punto principale del testo biblico (quello che in esegesi è chiamato “climax” N.d.R.) il tema stesso del sermone. Quando un predicatore esorta un'assemblea predicando un passo delle Scritture nel contesto in cui il punto del passo è il punto del suo sermone, sia lui sia la congregazione finiranno per ricevere cose da Dio che il predicatore non aveva intenzione di dire quando si è seduto a studiare e a preparare il sermone. Questo naturalmente dipende dalla guida che il predicatore riceve in preghiera. Non è forse vero che ogni passo avanti nella grazia è avvenuto quando abbiamo sentito Dio parlarci in modi che non avevamo mai sentito prima?

Il ministerio di un predicatore deve essere caratterizzato da questa forma molto pratica di sottomissione alla Parola di Dio. Tuttavia, non fraintendetemi: è altresì responsabilità della chiesa assicurarsi che ciò avvenga per i suoi predicatori. Gesù, in Matteo 18, afferma che le comunità hanno la responsabilità finale di ciò che accade nelle chiese, così come Paolo in Galati 1. Una chiesa, quindi, non deve mai affidare la supervisione spirituale del corpo a una persona che non dimostri un impegno pratico nell’ascoltare e insegnare la Parola di Dio. Quando lo fa, ostacola la crescita della comunità, impedendole di maturare oltre il livello del pastore. La chiesa si conformerà lentamente all’immagine del pastore anziché a quella di Dio.

Il modo in cui Dio ha sempre operato

Il popolo di Dio è sempre stato creato e formato dalla Parola di Dio. Dalla creazione in Genesi 1 alla chiamata di Abramo in Genesi 12, dalla visione della valle delle ossa secche in Ezechiele 37 alla venuta della Parola vivente (Gesù Cristo), Dio ha sempre "creato" il Suo popolo con la Sua Parola. Come scrisse Paolo ai Romani: “Così la fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo” (Romani 10:17). Oppure, come scrisse ai Corinzi: “Poiché, visto che nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio con la propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la pazzia della predicazione” (I Corinzi 1:21).

Una predicazione espositiva sana è spesso la fonte della vera crescita di una chiesa. Martin Lutero scoprì l’importanza di un ascolto attento della Parola di Dio e diede inizio alla Riforma! Anche noi dobbiamo impegnarci affinché le nostre chiese siano sempre “rinnovate” e "riformate" dalla Parola di Dio.

Ritorno al cuore dell'adorazione

Durante un seminario che ho tenuto in una chiesa di Londra, ho fatto notare che i sermoni dei puritani a volte duravano anche due ore. Un partecipante al seminario ha esclamato: “Che tempo rimaneva per l’adorazione?”. Chiaramente, quella persona presumeva che ascoltare la Parola di Dio predicata non costituisse adorazione. Ho risposto che molti protestanti inglesi nei secoli passati ritenevano che la parte più essenziale del loro culto fosse ascoltare la Parola di Dio nella propria lingua madre (una libertà che era costata più di un martire) e rispondere ad essa con la propria condotta di vita. Il fatto che avessero tempo per cantare, anche se non del tutto insignificante, era relativamente secondario per loro.

Anche le nostre chiese devono recuperare la centralità della Parola nel culto. La musica è una risposta biblicamente richiesta alla Parola di Dio, ma la musica che Dio ci ha dato non è stata fornita per edificare le nostre chiese. Una chiesa costruita sulla musica, di qualsiasi genere, è una chiesa costruita su sabbie mobili.

Cristiano, prega per il tuo pastore: che si impegni a studiare le Scritture con rigore, attenzione e serietà. Prega che Dio lo porti a comprendere la Parola, ad applicarla alla propria vita e ad applicarla saggiamente alla vita della chiesa (cfr. Luca 24:27; Efesini 6:19, 20). Inoltre, concedi al tuo pastore del tempo durante la settimana per preparare buoni sermoni.

La predicazione, insieme alla preghiera, è la componente fondamentale del ministerio pastorale (cfr. Atti 6:4). Incoraggia il tuo pastore, dicendogli che la sua dedizione allo studio e alla predicazione della Parola ti ha fatto crescere nella grazia.

Pastore, prega anche per te stesso. Prega anche per le altre chiese del tuo quartiere, della tua città, della tua nazione e del mondo intero affinché predichino e insegnino tutto il consiglio della Parola di Dio. Infine, preghiamo affinché le nostre chiese si impegnino ad ascoltare la Parola di Dio predicata in modo che ogni chiesa sia sempre più plasmata secondo le intenzioni del Signore nelle Scritture. L’impegno nella predicazione espositiva è un segno distintivo essenziale di una chiesa sana.



La Parola al centro, sempre


Cosa rende una chiesa veramente sana? Non sono la musica, i programmi o la quantità di partecipanti, ma la centralità della Parola di Dio.


Questo manuale chiaro e approfondito ci invita a riscoprire l’importanza della predicazione espositiva: quella che estrae il messaggio principale da un testo biblico e lo applica con precisione alla vita dei credenti.


Con sei lezioni destinate a gruppi di studio e comunità locali, questo libro dimostra che:


  • È attraverso una predicazione fedele che Dio guida, nutre e trasforma la sua chiesa;

  • Ogni credente ha la responsabilità di ascoltare e vivere la Parola;

  • La predicazione non è solo per i pastori, ma è un’opera condivisa nella vita comunitaria.


Un invito a mettere la Bibbia al centro per crescere nell’ubbidienza e nella maturità cristiana.


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La disciplina nella Chiesa
Che cos'è e perché è necessaria

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